About Umbertide - Umbria Musei
Ad ogni passo si scoprono secoli di storia
e meraviglie dell’arte, gioielli dell’Alto Tevere,
in una dimensione di attraente semplicità.
Non resta che guardarsi intorno.
Umbertide, l’antica Fratta
Collocata nell’Alta Valle del Tevere, Umbertide sorge alla confluenza del torrente Reggia con il fiume Tevere. Sebbene si parli di una Pitulum di età romana, le sue origini rimangono incerte. Nel XII secolo è ricordata con il nome di Fratta filiorum Uberti, in quanto feudo di discendenti di Umberto, marchese di Toscana. Nel 1189 uno di questi, Ugolino di Uguccione, sottomise all’autorità di Perugia le sue terre, tra le quali il castello di Fratta.
Il Museo di Santa Croce: scrigno dell’arte del Signorelli
Nella trecentesca chiesa di Santa Croce ha sede il Museo cittadino.
La pala della Deposizione sull’altare maggiore, dipinta da Luca Signorelli nel 1516, è l’unica fra i tanti lavori su tavola del maestro cortonese a trovarsi ancora nel suo sito originale. La stessa caratteristica, alquanto insolita per un museo, si verifica anche per i dipinti posti sugli altari laterali. At every step you discover centuries of history
and wonders of art, jewelry Upper Tiber
in a dimension of attractive simplicity.
You just have to look around.
Umbertide, the ancient Fratta
Located in the Upper Tiber Valley, Umbertide lies at the confluence of the River Palace with the river Tiber. Although there is talk of a Pitulum of Roman, its origins remain uncertain. In the twelfth century is remembered by the name of Fratta filiorum Uberti, as a fief of the descendants of Umberto, Marquis of Tuscany. In 1189 one of these, Ugolino di Uguccione, submitted to the authority of Perugia its lands, including the castle of Fratta.
The Museum of Santa Croce: casket art Signorelli
In the fourteenth century church of Santa Croce houses the City Museum.
The altarpiece on the high altar of the Deposition, painted by Luca Signorelli in 1516, is the only one among the many works on the table of the master of Cortona to be still in its original site. The same feature, quite unusual for a museum, also occurs for the paintings placed on the side altars.